25 APRILE -78° anniversario della Liberazione

Si è detto e scritto molto in questi giorni su questa data che ricorda un periodo triste della storia di questa Repubblica che ancora dopo molti anni evoca sentimenti ed opinioni diverse. Al altri, persone con maggiore capacità e competenza del sottoscritto lascio le fini disquisizioni sul ricordo di quegli avvenimenti.

Trascrivo invece un riassunto breve di quanto successo fatto da altri che trovo di facile lettura.

Per decisione di Mussolini l’Italia fu coinvolta nella Seconda guerra mondiale al fianco dei tedeschi. Il conflitto durò dal 1939 al 1945 e si estese in diverse aree del pianeta, dall’Europa all’Africa fino all’Asia.

Quattro anni dopo l’inizio delle operazioni belliche, l’8 settembre 1943, l’Italia firmò l’armistizio con gli alleati dividendo in due il paese. A Sud l’avanzata delle truppe anglo-americane, a Nord la permanenza di quelle tedesche.

Così dall’inverno del 1943 alla primavera del 1945 si affrontarono il governo di Mussolini e il governo di Badoglio, entrambi appoggiati da eserciti stranieri che intanto occupavano il territorio nazionale. Fu in questo contesto che si cominciò a parlare di guerra civile.

Gli atti di resistenza si verificarono sia a Sud e sia a Nord, e cioè nel territorio che più ampiamente aveva subito l’occupazione.

La Resistenza oltre ai combattenti scatenò la solidarietà di molti civili. Invece nell’area del paese controllata dai tedeschi si pose la scelta, per i giovani di leva, di accettare o meno la chiamata alle armi della Repubblica sociale di Mussolini – pena la morte in caso di rifiuto.

Furono circa 600.000 i soldati italiani deportati nei campi di concentramento tedeschi per aver rifiutato di aderire al governo fascista di Salò, mentre prendeva corpo la tragedia di una guerra fratricida attraverso una spirale di atrocità e di sofferenze che causò numerosi morti tra le fila della Resistenza, e un numero mai del tutto precisato tra quelle delle forze occupanti.

La giornata del 25 aprile 1945 (grazie alla vittoria degli angloamericani e della Resistenza, e la contemporanea e definitiva caduta del fascismo) segnò la fine di questo dramma, divenendo la data che da allora segna la fine della guerra in Italia.

Oggi celebrare il 25 aprile vuole dire ripensare i valori fondativi della Costituzione, riflettere sull’identità nazionale e valutare con la dovuta cautela parole come fascismo e antifascismo.

Ognuno lo può fare secondo le sue sensibilità, ma sempre con un preciso riferimento storico e non di parte. Persistono differenti sentimenti e interpretazioni della storia del paese, e molte di queste nel tempo hanno avvelenato il clima della vita pubblica, mentre dopo tutti questi anni dovrebbe prevalere l’analisi di quanto positivo quel triste periodo ci ha lasciato, ad esempio che la libertà è un bene irrinunciabile e deve essere da tutti partecipato e condiviso. Tuttavia, ricordare la ricorrenza, e il suo particolare contenuto, significa ritrovare ogni anno il fondamento di una storia comune che ci invita a guardare con serenità al futuro.

Il Sindaco Ing.Celestino Pedrazzini

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